Sartre, Jean-Paul

(Parigi 1905-1980), filosofo francese, drammaturgo, romanziere e pubblicista politico, fu un esponente di spicco dell'esistenzialismo. Studiò all'Ecôle Normale Supérieure di Parigi, dove ebbe tra i compagni Raymond Aron, Maurice Merleau-Ponty e la sua futura compagna, Simone de Beauvoir. Insegnò filosofia nei licei dal 1929 fino allo scoppio della seconda guerra mondiale. In questo periodo scrisse le prime opere, che miravano alla rifondazione della psicologia sulla base del metodo fenomenologico e della psicologia della Gestalt, rivolgendo un'attenzione particolare agli aspetti "concreti" dell'esistenza. Dal 1940 al 1941 fu prigioniero dei tedeschi; una volta rilasciato insegnò a Neuilly e più tardi a Parigi, e partecipò attivamente alla Resistenza francese, fondando nel 1941 il movimento "Socialismo e libertà", che poi confluì nell'organizzazione nazionale della Resistenza. Nel 1943 pubblicò L'essere e il nulla (trad. it. 1964) opera fondamentale del primo periodo filosofico. Nel 1945 Sartre abbandonò l'insegnamento e fondò con Merleau-Ponty e Simone de Beauvoir la rivista di politica e letteratura "Les Temps Modernes", divenendone caporedattore. Dopo il 1947 fu attivo come socialista indipendente; negli anni della Guerra Fredda, criticò tanto l'URSS quanto gli Stati Uniti. Negli anni Cinquanta, pur sostenendo le ragioni dei sovietici, ne criticò spesso la politica in diversi scritti.

Le opere filosofiche di Sartre fondono la fenomenologia del filosofo tedesco Edmund Husserl, la metafisica dei filosofi tedeschi G.W.F. Hegel e Martin Heidegger, e la visione "umanistica" della prima produzione di Karl Marx in un unico orientamento di pensiero denominato "esistenzialismo". Questo indirizzo, che ritiene indissolubile il rapporto fra attività teoretica e il mondo della vita, letteratura, psicologia e azione politica, divenne un movimento di portata mondiale.

L'essere e il nulla

Nell'opera L'essere e il nulla Sartre espresse la teoria secondo la quale la coscienza è assoluta libertà e trascendenza, posta di fronte a un mondo "oggettivo" assurdo e immutabile. Questa soggettività assoluta e libera è "condannata" a progettarsi mediante le proprie scelte, senza l'intervento salvifico della morale tradizionale o della fede religiosa. Solo la ricaduta nella "malafede", in forme di falsa coscienza, oggettiva la coscienza integrandola nel dato e privandola della responsabilità che, acquisita in virtù della sua trascendenza, possiede verso se stessa e l'esistente. Anche le opere teatrali e i romanzi di Sartre esprimono la convinzione dell'autore che la libertà e l'accettazione della responsabilità personale siano i valori principali dell'esistenza.

Critica della ragione dialettica

Nell'opera filosofica dell'ultimo Sartre, Critica della ragione dialettica (1960; trad. it. 1963), l'attenzione dell'autore si sposta dalla libertà del soggetto alle leggi dell'agire storico. Sartre affermò che l'ambiente in cui l'individuo è inserito conduce alla serialità, a una collettività falsa, impersonale e priva di autentica prossimità all'altro. Soltanto attraverso l'azione di un gruppo, che è rivoluzionaria perché infrange l'immobilità della serie, è possibile riconquistare il potere e la libertà individuale. Nonostante questa esortazione all'attività politica rivoluzionaria mediata dalla teoria, Sartre non aderì al Partito comunista, dalle cui posizioni spesso si allontanò, criticando, ad esempio, l'invasione sovietica dell'Ungheria nel 1956 e quella della Cecoslovacchia nel 1968.

Altre opere

Tra le altre opere di Sartre vi sono i romanzi La Nausea (1938; trad. it.1958) e la raccolta incompleta Les Chemins de la liberté (Le strade della libertà), che comprende L'età della ragione (1945; trad. it 1965), Il rinvio (1945; trad. it. 1948) e La morte dell'anima (1949; trad. it. 1954); una biografia dello scrittore Jean Genet, Santo Genet, commediante e martire (1952; trad. it.1962); le opere teatrali A porte chiuse (1945; trad. it. 1965), La sgualdrina timorata (1946; trad. it. 1963) e I sequestrati di Altona (1959; trad. it. 1963); l'autobiografia Le parole (1964; trad. it. 1964); una biografia dello scrittore Gustave Flaubert, L'idiota di famiglia (3 voll., 1971-72; trad. it. 1977).