Elettronica

Campo dell'ingegneria e della fisica applicata che si occupa del progetto e delle possibili applicazioni di dispositivi per la trasmissione, la ricezione e la memorizzazione di informazioni, il cui funzionamento dipende dal flusso di elettroni. L'informazione può essere vocale o musicale (segnali audio), grafica, numerica o di altro tipo. I circuiti elettronici forniscono diverse funzioni per l'elaborazione di informazione: tra queste, l'amplificazione di segnali deboli fino a un livello utilizzabile, la generazione di onde radio, l'estrazione di informazioni (come la demodulazione, cioè la ricostruzione di un segnale audio da un'onda radiotrasmessa), la modulazione (trasferimento di un segnale audio su un'onda radio) e l'insieme di operazioni logiche che avvengono in un computer.

Cenni storici

L'introduzione dei tubi a vuoto all'inizio del XX secolo fu il punto di partenza del rapido sviluppo della moderna elettronica. Con questi dispositivi divenne infatti possibile la manipolazione e l'amplificazione di segnali radio e audio deboli e si riuscì a sovrapporre onde radio a segnali prodotti dalla musica o dalla voce. Lo sviluppo di una gran varietà di tubi progettati per funzioni specializzate permise il rapido progresso della tecnologia delle radiocomunicazioni e la messa a punto dei primi computer.

Il transistor, inventato nel 1948, ha oggi quasi completamente sostituito i tubi a vuoto nella maggior parte delle applicazioni. Costituito da una combinazione di materiali semiconduttori cui sono connessi i terminali elettrici, questo dispositivo svolge le stesse funzioni di un tubo a vuoto, ma con costi, peso e consumo di potenza assai ridotti e con maggiore affidabilità. Successivi progressi della tecnologia dei semiconduttori portarono allo sviluppo dei circuiti integrati. Questi circuiti possono contenere centinaia di migliaia di transistor realizzati su un piccolo frammento di semiconduttore e permettono la realizzazione di circuiti elettronici complessi, come microcomputer, apparecchi radio e video e satelliti per telecomunicazioni.

Componenti elettronici

I circuiti elettronici sono costituiti da componenti elettronici interconnessi che sono classificati in due categorie: attivi e passivi. Tra i primi sono compresi resistori, condensatori e induttori; i secondi includono batterie, generatori, tubi a vuoto e transistor.

Tubi a vuoto

Un tubo a vuoto consiste in un involucro di vetro che contiene, sotto vuoto, diversi elettrodi metallici. Il più semplice tubo a due elettrodi, il diodo, contiene un catodo e un anodo; quest'ultimo è un cilindro metallico che circonda l'anodo ed è collegato al terminale positivo di un alimentatore. Il catodo, che consiste di un piccolo tubo metallico riscaldato da un filamento, libera elettroni che migrano verso l'anodo. Se si applica all'elettrodo positivo una tensione alternata, il flusso di elettroni avviene solo nel semiperiodo a tensione positiva; infatti, durante il semiciclo a tensione negativa l'anodo respinge gli elettroni e nel tubo non circola corrente. Un diodo collegato in modo da permettere il passaggio dei soli semicicli positivi di una corrente alternata (AC, dall'inglese Alternated Current) funziona quindi da raddrizzatore e permette la conversione di corrente alternata in corrente continua (DC, dall'inglese Direct Current).

È possibile controllare il flusso di elettroni con l'aggiunta di una griglia costituita da una spirale di filo metallico interposta tra catodo e anodo e mantenuta a un potenziale negativo. Infatti, la griglia respinge gli elettroni, cosicché solo una parte di quelli emessi dal catodo giunge effettivamente all'anodo. Un simile tubo, detto triodo, può essere impiegato come amplificatore. Piccole variazioni della tensione di griglia, come quelle provocate da un segnale radio o audio, possono produrre ampie variazioni del flusso di elettroni tra catodo e anodo e, quindi, della corrente del circuito in cui il tubo è inserito.

Transistor

I transistor sono realizzati con semiconduttori. Questi materiali, come ad esempio il germanio o il silicio, vengono "drogati" (cioè addizionati di quantità infinitesime di altri elementi) in modo da creare o un eccesso o una carenza di elettroni liberi. Nel primo caso il semiconduttore drogato è detto di tipo n, nel secondo di tipo p. Creando in successione una zona di tipo n e una di tipo p, si può produrre un diodo. Se quest'ultimo è collegato a una batteria col lato p verso il polo positivo e il lato n verso quello negativo, gli elettroni, respinti dalla polarità negativa, migrano senza ostacoli verso la zona p, povera di elettroni liberi. Se si inverte la polarità, solo i pochissimi elettroni liberi presenti nella zona p possono mettersi in movimento e la corrente è praticamente nulla.

Il transistor bipolare, che sostituì il triodo a vuoto, consiste di tre zone drogate sovrapposte, con sequenza p-n-p oppure n-p-n; contiene perciò due giunzioni (zone di transizione) p-n. Una di queste viene collegata a una batteria in modo da consentire il passaggio di corrente (polarizzazione diretta), mentre l'altra è collegata a una seconda batteria con polarità opposta (polarizzazione inversa). Quando la corrente nella giunzione polarizzata direttamente è modificata per l'aggiunta di un segnale, la corrente nell'altra giunzione varia in proporzione. Questo principio può essere applicato per realizzare amplificatori nei quali un piccolo segnale applicato alla giunzione in polarizzazione diretta produce grandi variazioni nella corrente della giunzione in polarizzazione inversa. Un altro tipo di transistor, detto "a effetto di campo" (FET, Field-Effect Transistor), opera per effetto delle forze attrattive o repulsive tra cariche, che si sviluppano con l'applicazione di un campo elettrico. L'amplificazione della corrente è ottenuta in modo simile al controllo della griglia in un tubo a vuoto. I FET operano con più efficienza dei transistor bipolari, poiché un segnale ampio può essere controllato con una piccolissima spesa di energia.

Circuiti integrati

I circuiti integrati sono piccole lastrine di silicio, o "chip", di dimensioni di pochi millimetri quadri, entro le quali sono realizzati transistor e altri componenti. La fotolitografia permette ai progettisti di creare decine di migliaia di transistor distribuendo in modo appropriato su un singolo chip zone p e zone n. Queste zone sono poi connesse attraverso microscopici collegamenti durante la fabbricazione, per ottenere complessi circuiti con funzioni specifiche. Integrati di questo tipo sono detti monolitici, poiché sono realizzati su un unico cristallo di silicio. Gli integrati richiedono molto meno spazio e potenza e sono più economici dei circuiti realizzati con componenti separati.

Resistori

Se una batteria è collegata tra due estremi di un conduttore, in quest'ultimo scorre una corrente. L'intensità della corrente dipende dalla tensione, dalle dimensioni del conduttore e dalla conducibilità del materiale. Per controllare la corrente nei circuiti elettronici si impiegano conduttori di resistenza nota (resistori), che vengono realizzati con miscele di carbone, strati metallici sottili o fili metallici e hanno due terminali di connessione. Resistori variabili, dotati di un contatto strisciante regolabile, sono impiegati, ad esempio, per il controllo del volume di apparecchi radio e televisori.

Condensatori

I condensatori sono costituiti da due fogli metallici (armature), in genere piani, separati da uno strato di materiale isolante. Se si collega una batteria tra le armature, si realizza un semplice circuito elettrico percorso da una corrente di breve durata e la carica spostata da un foglio si accumula sull'altro. Se si rimuove la batteria, le armature trattengono la carica accumulata e chiaramente anche la tensione a essa associata. Variando rapidamente la tensione tra le armature, come richiederebbero segnali audio o radio, si hanno rapidi flussi di carica dall'una all'altra; il condensatore si comporta perciò come un conduttore per le tensioni variabili. Questo effetto può essere usato, ad esempio, per separare un segnale audio o radio da una corrente continua, nel collegamento tra l'uscita di uno stadio amplificatore e l'ingresso del successivo.

Induttori

Gli induttori sono realizzati con un filo conduttore avvolto in una bobina. Quando quest'ultima è percorsa da corrente, si produce un campo magnetico che tende a opporsi a rapide variazioni della corrente stessa (vedi Induzione). Un induttore può essere usato per distinguere segnali rapidamente variabili da quelli a variazione lenta. Quando un induttore è posto in serie con un condensatore, la tensione ai suoi capi raggiunge il valore massimo per una particolare frequenza, che dipende dai valori della capacità e dell'induttanza. Questo principio è applicato nei radioricevitori, nei quali una specifica frequenza è selezionata mediante un condensatore variabile.

Sensori e trasduttori

Misure di grandezze meccaniche, termiche, ottiche e chimiche vengono realizzate con dispositivi detti sensori e trasduttori. Il sensore reagisce alle variazioni della grandezza da misurare (ad esempio posizione, temperatura, concentrazione di una sostanza); il trasduttore converte questa reazione in un segnale elettrico, che può essere inviato a strumenti per la lettura, la registrazione, o il controllo della grandezza rilevata. Sensori e trasduttori possono operare in posizioni lontane dall'osservatore e in ambienti inadatti a esseri umani o irraggiungibili. Alcuni dispositivi operano contemporaneamente da sensori e da trasduttori. Una termocoppia, che è costituita da due giunzioni tra fili di metalli diversi, può essere usata per compiere misurazioni di temperatura; in essa si genera infatti una piccola tensione che dipende dalla differenza di temperatura tra le due giunzioni. Condensatori appositamente progettati sono invece utilizzati per rilevare distanze e le fotocellule (o cellule fotoelettriche) sono impiegate per rilevare la luce. Altri dispositivi sono usati per misurare velocità, accelerazione, o flusso dei fluidi. Nella maggior parte dei casi, il segnale prodotto è debole e deve essere amplificato da un circuito elettronico.

Alimentatori

La maggior parte dei circuiti elettronici necessita di tensioni continue per funzionare. Queste tensioni possono essere fornite da batterie o da alimentatori che convertono la tensione alternata degli impianti di distribuzione in tensioni continue stabilizzate. Il primo elemento di un alimentatore è il trasformatore, che riduce o eleva il valore della tensione di rete al livello richiesto per il funzionamento dell'apparecchiatura e garantisce l'isolamento elettrico del dispositivo dalle linee della rete, in modo da ridurre i rischi di fulminazione. Il trasformatore è seguito da un raddrizzatore, normalmente a diodi. Per i raddrizzatori di piccola potenza usati negli apparecchi elettronici, in passato furono impiegati diodi a vuoto e una gran varietà di materiali come cristalli di germanio o solfuro di cadmio. Oggi si usano quasi esclusivamente diodi al silicio, che offrono grande affidabilità, pur essendo economici.

Fluttuazioni e ondulazioni sovrapposte alla tensione DC raddrizzata (rilevabili come un rumore di fondo negli impianti audio) possono essere filtrate (eliminate) da un condensatore; maggiore è la capacità di questo e minore è l'ondulazione residua della tensione. Un controllo più preciso del livello di tensione e un ulteriore abbattimento dell'ondulazione possono essere ottenuti con un regolatore di tensione, che rende inoltre la tensione indipendente dalle eventuali fluttuazioni del livello di rete. Il più semplice regolatore impiega un diodo zener, che consiste in una giunzione p-n appositamente realizzata e impiegata in polarizzazione inversa. Fino a un certo valore di tensione inversa, lo zener non conduce; raggiunto quel valore di tensione diventa fortemente conduttore e impedisce alla tensione di salire ulteriormente. Regolatori di tensione ben più sofisticati vengono realizzati come circuiti integrati.

Circuiti amplificatori

Gli amplificatori elettronici sono usati per aumentare la tensione, la corrente o la potenza di un segnale elettrico. Un amplificatore lineare opera producendo distorsioni piccole o nulle, perciò il segnale in uscita è proporzionale a quello in ingresso. Un amplificatore non lineare, invece, può produrre cambiamenti considerevoli nella forma d'onda del segnale. Gli amplificatori lineari sono usati per segnali audio e video, mentre quelli non lineari trovano impiego negli oscillatori, nell'elettronica di potenza, nei modulatori, nei mixer, nei circuiti logici e in altre applicazioni in cui è richiesto un taglio in ampiezza dei segnali. Malgrado il ruolo fondamentale giocato in passato dai tubi a vuoto, oggi è predominante l'impiego di circuiti a transistor, a componenti discreti o integrati.

Amplificatori audio

Gli amplificatori audio, che si trovano ad esempio in apparecchi radio e televisori, nei ricetrasmettitori CB e nei registratori a cassette, lavorano di solito a frequenze inferiori ai 20 kHz (1 kHz = 1000 cicli/secondo). Essi amplificano il segnale elettrico che viene poi convertito in suoni da un altoparlante. Molto popolari per applicazioni radio sono gli amplificatori operazionali, realizzati come circuiti integrati, che consistono in amplificatori lineari multistadio accoppiati in continua.

Amplificatori video

Gli amplificatori video operano principalmente con segnali con spettro di frequenza fino a 6 MHz (1 MHz = 1 milione di cicli/secondo). Il segnale trattato dall'amplificatore si traduce nell'immagine presentata da uno schermo televisivo; l'ampiezza del segnale controlla la luminosità del punto sullo schermo. Per realizzare questa funzione, un amplificatore video deve operare su una larga banda, amplificando uniformemente con basse distorsioni tutte le frequenze.

Amplificatori a radiofrequenza

Questi amplificatori forniscono energia ai segnali dei sistemi di comunicazioni radiotelevisivi. Le frequenze di lavoro spaziano in genere tra 100 kHz e 1 GHz (1 GHz = 1 miliardo di cicli/secondo) e possono estendersi al campo delle microonde.

Oscillatori

Gli oscillatori consistono generalmente in un amplificatore con un elemento di retroazione che riporta all'ingresso una parte del segnale di uscita. È presente anche un elemento che determina la frequenza, che può essere un circuito induttivo-capacitivo oppure un cristallo vibrante. Gli oscillatori controllati da un cristallo offrono la più alta stabilità e precisione. Gli oscillatori sono impiegati per produrre segnali a frequenze audio o radio per una grande varietà di applicazioni. Ad esempio, semplici oscillatori a frequenze audio sono usati nei moderni telefoni a tastiera per inviare alla centrale i segnali di selezione. Toni audio generati con oscillatori si trovano anche in sveglie, radio, strumenti elettronici, computer e sistemi di allarme. Oscillatori ad alta frequenza sono usati negli apparati per telecomunicazioni per le funzioni di sintonizzazione e ricerca di segnali. Le stazioni di radio e televisione usano precisi oscillatori ad alta frequenza per generare le frequenze di trasmissione.

Circuiti di commutazione e temporizzazione

I circuiti di commutazione e temporizzazione, o circuiti logici, sono l'elemento essenziale di ogni sistema in cui i segnali devono essere selezionati e combinati in modo controllato. Tra le applicazioni di questi circuiti sono comprese la commutazione telefonica, le trasmissioni via satellite e i computer. La logica digitale è un processo per scegliere tra due decisioni possibili ("vero" o "falso"), basato sulle regole dell'algebra di Boole. Il valore logico "vero" può essere rappresentato col simbolo 1 e il "falso" con lo 0 e, nei circuiti logici, entrambi i valori sono rappresentati da due livelli di tensione. I circuiti logici sono usati per prendere decisioni vero-falso in base a condizioni multiple dello stesso tipo presenti agli ingressi. I segnali possono essere generati da deviatori meccanici o da trasduttori a stato solido. Una volta che il segnale è stato ricevuto e condizionato (per eliminare componenti elettriche indesiderate, dette " rumore"), esso viene elaborato dai circuiti logici.

Le varie famiglie di dispositivi logici, di norma circuiti integrati, realizzano una gran varietà di funzioni logiche. Le più elementari (funzioni OR, AND, NOT e semplici combinazioni di queste come la NOR, cioè OR seguita da NOT) sono svolte da dispositivi detti porte. Una famiglia logica assai diffusa è la TTL (Transistor-Transistor Logic). Un'altra è la CMOS (Complementary Metal-Oxyde-Semiconductor) basata su transistor a effetto di campo, che realizza le stesse funzioni logiche, ma opera con livelli di potenza minori e a velocità più bassa. Esistono altre famiglie logiche meno diffuse, alcune obsolete, come la RTL, altre specializzate, come la ECL per altissime velocità di lavoro. Una porta AND ha due o più ingressi e una sola uscita, il cui valore è "vero" solo se tutti gli ingressi sono "vero". Anche una porta OR ha due o più ingressi e una sola uscita; quest'ultima è "vero" se almeno uno dei suoi ingressi è "vero". Una porta NOT ha invece un solo ingresso e una sola uscita: "vero" se l'ingresso è "falso" e "falso" se l'ingresso è "vero". Circuiti logici più complessi sono realizzati combinando porte elementari. Tra questi ricordiamo i flip-flop (elementi di memoria binari), i contatori, i comparatori, i sommatori e molti altri, ancora più sofisticati.

Per svolgere completamente una funzione desiderata, possono essere connessi in un circuito un gran numero di elementi logici. In alcuni casi, si usano microprocessori per svolgere le funzioni di commutazione e temporizzazione dei singoli elementi logici. Un vantaggio di questi dispositivi risiede nel fatto che essi rendono possibile lo svolgimento di differenti funzioni logiche in base a un programma di istruzioni immagazzinato. Uno svantaggio è invece il loro modo di operare sequenzialmente, che li rende troppo lenti per alcune applicazioni. In questi casi, si usano circuiti logici specificamente progettati.

Sviluppi recenti

Lo sviluppo dei circuiti integrati ha rivoluzionato i campi delle telecomunicazioni, della manipolazione di informazioni e del calcolo automatico. Gli integrati permettono di ridurre sia le dimensioni dei dispostivi sia i costi di lavorazione dei sistemi, garantendo allo stesso tempo velocità operative e affidabilità maggiori. Orologi digitali, computer tascabili e giochi elettronici sono basati su microprocessori. Altri recenti sviluppi riguardano la digitalizzazione dei segnali audio, cioè la rappresentazione degli stessi mediante sequenze di codici che rappresentano una successione di valori istantanei del segnale prelevati con una cadenza temporale opportuna. La musica registrata in forma digitale, come nei compact disc, presenta una fedeltà non raggiungibile con i metodi di registrazione diretta. L'elettronica medica ha compiuto notevoli progressi, che hanno portato allo sviluppo di tecniche diagnostiche sofisticate, come la tomografia assiale computerizzata (TAC). Sono stati anche messi a punto dispositivi per il controllo dei vasi sanguigni o del sistema respiratorio. La televisione ad altissima definizione promette di sostituire molti processi fotografici, eliminando la necessità dell'argento fotosensibile. L'odierna ricerca per accrescere la velocità e la capacità dei computer si concentra soprattutto sui progressi della tecnologia dei circuiti integrati e sullo sviluppo di componenti di commutazione sempre più veloci. Sono stati prodotti integrati a grandissima scala (VLSI) che contengono alcune centinaia di migliaia di componenti in un solo chip. Si stanno perfezionando computer ad altissima velocità, nei quali i semiconduttori possono essere sostituiti da circuiti superconduttori basati sulle giunzioni Josephson e operanti a temperature prossime allo zero assoluto.