Espressionismo (arte)

Munch: L'urlo

Edvard Munch dipinse L'urlo nel 1893. Carica di un intenso tormento e di una profonda angoscia, quest'opera – conservata alla Nasjonalgalleriet di Oslo – costituisce uno dei prodromi dell'arte espressionista, che si proponeva di trasmettere allo spettatore l'esperienza spirituale ed emozionale della realtà.

 

 

 

 Tendenza stilistica che anziché descrivere la realtà oggettivamente si sforza di esprimere sensazioni ed emozioni soggettive, enfatizzando elementi come il colore e i contorni, o mediante la forte caratterizzazione di altri aspetti formali o contenutistici. Questa tendenza, in realtà, è rintracciabile quasi in ogni tempo e in ogni paese: per citare solo qualche esempio possono essere definite espressioniste alcune manifestazioni artistiche orientali, alcune opere dell'Europa medievale, i dipinti di artisti come El Greco e Mathias Grünewald.

Tuttavia, il termine "espressionismo" è oggi utilizzato per indicare un movimento artistico specifico, sviluppatosi in Europa a partire dai primi anni del XX secolo, profondamente radicato nella realtà politica e sociale e influenzato dall'opera di pittori come Vincent van Gogh, Paul Gauguin ed Edvard Munch, che per esprimere emozioni intense utilizzavano colori violenti e linee esasperate. L'espressionismo artistico ebbe un parallelo nel contemporaneo sviluppo della musica espressionista, del cinema e della letteratura espressionista.

L'espressionismo si sviluppò in molti paesi europei: ad esempio possono essere ricondotti all'ambito espressionista l'uso del colore tipico del fauvismo e l'opera degli austriaci Egon Schiele e Oskar Kokoschka; tuttavia il movimento conobbe particolare fortuna in Germania dove, nel 1911, il termine fu utilizzato per la prima volta.

In Germania furono attivi due gruppi principali di artisti espressionisti. Nel 1905 i pittori Ernst Ludwig Kirchner, Erich Heckel e Karl Schmidt-Rottluff costituirono a Dresda il gruppo Die Brücke ("Il Ponte"). Negli anni successivi vi aderirono altri artisti, tra i quali Emil Nolde e Max Pechstein.

Nel 1912 alla mostra del gruppo parteciparono alcuni artisti che a Monaco avevano costituito il movimento d'avanguardia Der Blaue Reiter ("Il cavaliere azzurro"), del quale facevano parte, tra gli altri, i pittori tedeschi Franz Marc e August Macke, l'artista svizzero Paul Klee e il pittore russo Vasilij Kandinskij. Questa fase dell'espressionismo tedesco fu caratterizzata dalla ricerca di una totale spontaneità nell'espressione delle proprie emozioni, che si doveva riflettere nel contenuto dell'opera d'arte. La scultura espressionista ebbe invece il suo massimo rappresentante in Ernst Barlach.

Die Brücke si sciolse nel 1913, e la prima guerra mondiale interruppe l'attività del gruppo; ma ormai l'espressionismo era divenuto un fenomeno internazionale, che influenzò anche la produzione artistica europea del primo dopoguerra.

 

Espressionismo (letteratura e cinema)

Movimento artistico e letterario sorto in Germania agli inizi del XX secolo. Gli espressionisti sostituivano alla descrizione oggettiva della realtà la comunicazione di sentimenti soggettivi; per questo motivo essi sceglievano modalità stilistiche esasperate, spesso deformate, che potessero produrre nel pubblico intensi effetti emotivi.

Uno dei primi romanzi espressionisti, L'altra parte (1909) del pittore e scrittore austriaco Alfred Kubin, membro del gruppo Der blaue Reiter, influenzò la composizione del Castello di Franz Kafka. Caratteri espressionisti compaiono inoltre nei romanzi di Heinrich Mann, Alfred Döblin e Franz Werfel. Le più importanti innovazioni riguardarono però la poesia (ancora Werfel, Georg Trakl, Theodor Däubler) e il teatro. I primi drammaturghi espressionisti, lo svedese August Strindberg e il tedesco Frank Wedekind, aprirono la strada al teatro dei tedeschi Georg Kaiser ed Ernst Toller, del ceco Karel Capek e degli statunitensi Eugene O'Neill ed Elmer Rice.

Il teatro espressionista puntò a un approccio globale che coinvolgesse le tecniche di messa in scena, scenografia e regia per potenziare gli effetti dell'impatto visivo. Fra i più importanti direttori teatrali si annoverano i tedeschi Max Reinhardt ed Erwin Piscator e il russo Vsevolod Mejerchol'd, fra gli scenografi il britannico Gordon Craig e lo statunitense Robert Edmond Jones.

In ambito cinematografico capolavori espressionisti furono Il gabinetto del dottor Caligari (1919) di Robert Wiene, tutto giocato su particolari effetti scenici e interpretativi atti a suscitare nel pubblico terrore e straniamento; Nosferatu il vampiro (1922) e L'Ultima risata (1924) di Friedrich Murnau; e l'allegoria fantascientifica di Metropolis (1926) di Fritz Lang.