Euclide

(Alessandria d'Egitto, attivo nel 300 a.C. ca.), matematico greco la cui opera fondamentale, gli Elementi (in greco, Stoicheia), è un trattato di matematica composto di tredici libri concernenti la geometria piana, le proporzioni, le proprietà dei numeri, le grandezze incommensurabili e la geometria dei solidi. Formatosi probabilmente ad Atene presso gli allievi di Platone, Euclide insegnò geometria ad Alessandria d'Egitto, dove fondò una scuola di matematica. Gli sono stati attribuiti i Dati, raccolta di teoremi in 95 proposizioni; i Fenomeni, una descrizione geometrica delle sfere celesti; l'Ottica, un trattato di ottica geometrica, Delle divisioni, una trattazione matematica della musica, e molte altre opere: la maggior parte degli storici ritiene tuttavia che alcune di esse o tutte – eccezion fatta per Elementi – gli siano state attribuite erroneamente. Gli storici non sono inoltre unanimi circa l'originalità di ulteriori contributi matematici: è possibile che le sezioni geometriche di Elementi siano state fondamentalmente una rielaborazione di opere di matematici precedenti, come ad esempio quelle di Eudosso. Si pensa comunque che Euclide stesso abbia compiuto diverse scoperte originali sulla teoria dei numeri.

Gli Elementi di Euclide, primo rigoroso esempio del metodo deduttivo, sono stati utilizzati per duemila anni come manuale didattico: persino oggi una versione rivista dei suoi primi libri costituisce la base della didattica della geometria piana nelle scuole superiori.