Gobetti, Piero
(Torino 1901 - Parigi 1926), scrittore e pensatore politico italiano. Nel 1918, conclusi gli studi liceali, fondò e diresse un quindicinale, "Energie nuove", che s'ispirava all'idealismo di Benedetto Croce. L'orizzonte del suo pensiero politico e culturale si ampliò poi attraverso l'amicizia con Antonio Gramsci e i comunisti di "Ordine nuovo", giornale al quale Gobetti collaborò in veste di critico teatrale e letterario.
In seguito, mentre scriveva Risorgimento senza eroi (pubblicato postumo nel 1926), elaborò una concezione di moderno liberalismo, di cui enunciò i principi in un Manifesto e nelle pagine del settimanale "Rivoluzione liberale", da lui fondato nel 1922. Intorno a questo giornale, che presto cominciò a subire i sequestri e le perquisizioni del fascismo allora al potere, si radunarono numerosi intellettuali convinti della necessità di creare una nuova classe politica dalla coscienza moderna e democratica.
Nel frattempo Gobetti lavorava instancabilmente, anche per altri giornali, fondava una casa editrice e un settimanale letterario, "Il Baretti". Nel 1925, il regime fascista ordinò la chiusura di "Rivoluzione liberale" e proibì a Gobetti di esercitare l'attività editoriale. Sottoposto a minacce e a percosse, egli decise allora di emigrare a Parigi, con l'intento di proseguire la battaglia politica. Ma pochi giorni dopo l'arrivo in Francia ebbe una violenta crisi polmonare, cui non resse il suo fisico già debole e ulteriormente compromesso dalle violenze subite. Tra le sue opere si ricordano La filosofia politica di Vittorio Alfieri (1923) e La sociologia liberale (1924).