Marinetti, Filippo Tommaso
(Alessandria d'Egitto 1876 - Bellagio, Como 1944), scrittore italiano, fondatore e personaggio di spicco del futurismo. Studiò nelle università di Alessandria d'Egitto, Parigi (dove si laureò in lettere nel 1891), Padova e Genova (dove conseguì la laurea in giurisprudenza nel 1899). Alternò periodi di residenza in Francia a periodi in Italia, scrivendo sia in francese sia in italiano; dal 1898 iniziò a pubblicare opere in versi, in stile simbolista, su varie riviste letterarie. Nel 1905 fondò a Milano, in collaborazione con Sem Benelli, la rivista "Poesia". Una delle sue prime opere teatrali, Elettricità sessuale (1909), introdusse sulla scena i robot, dieci anni prima che Karel Capek inventasse la parola "robot".
Nel 1909 Marinetti, con il Manifesto del futurismo, pubblicato sul quotidiano francese "Le Figaro", diede avvio al modello stesso del gruppo d'avanguardia, che esaltava la velocità, l'energia, il coraggio e persino la guerra, rifiutando la tradizione e il conformismo, attaccando i musei e le università come simbolo di una cultura "passatista", disprezzando le donne come esseri inferiori. Marinetti affrontò tali tematiche in numerosi saggi e poesie, nel romanzo Mafarka il futurista (1910) e in un certo numero di opere teatrali "sintetiche" di carattere sperimentale (tra cui le composizioni "parolibere", come Zang Tumb Tumb, del 1914).
Il movimento futurista degli artisti e degli scrittori fu proseguito fino agli anni Quaranta, ma in realtà era già andato incontro a una scissione nel 1915, quando Marinetti, accolta la prima guerra mondiale come la migliore poesia futurista mai scritta, pubblicò una raccolta di testi propagandistici intitolata Guerra sola igiene del mondo e si arruolò nell'esercito italiano come ufficiale. Nel 1919 si iscrisse al Partito fascista, elogiandolo come una continuazione naturale dell'esperienza futurista nel libro intitolato Futurismo e Fascismo (1924).