Mill, John Stuart
(Londra 1806 - Avignone 1873), filosofo ed economista britannico, figlio di James Mill, esercitò una notevole influenza sul pensiero inglese del XIX secolo, non solo in filosofia ed economia ma anche nelle scienze politiche, in logica e in etica. Venne educato dal padre, e nel 1822 trovò un impiego presso la Compagnia delle Indie, dove lavorò fino al 1858, anno dello scioglimento della Compagnia. Si ritirò a vivere in Francia, presso Avignone, e ritornò in Inghilterra solo per i tre anni (1865-1868) che lo videro membro della Camera dei Comuni.
Mill costituisce un trait d'union tra la visione della libertà, della ragione e della scienza del XVIII secolo e la tendenza empirista e collettivistica del XIX secolo. In filosofia sistematizzò le dottrine dell' utilitarismo di suo padre e di Jeremy Bentham in opere come Utilitarismo (1863); il suo lavoro più noto rimane probabilmente il saggio Sulla libertà (1859). In parlamento Mill venne considerato un radicale perché sostenne proposte come l'uguaglianza delle donne, l'educazione obbligatoria e il controllo delle nascite: la sua difesa del suffragio femminile durante il Reform Bill diede vita al movimento delle suffragette. Mill studiò inoltre la causalità, cercando di spiegarla secondo principi empirici. Tra i suoi maggiori lavori si ricordano Sistema di logica deduttiva e induttiva (2 voll., 1843), Principi di economia politica (2 voll., 1848), Sulla servitù delle donne (1873) e Tre saggi sulla religione (postumo, 1874).