Sociologia
Disciplina scientifica che studia lo sviluppo, la struttura e le funzioni delle società umane. Strutture e istituzioni (come le classi, la famiglia, il potere, la scuola ecc.) e problemi sociali (come la criminalità e la devianza) costituiscono i principali oggetti degli studi sociologici.
La sociologia parte dal presupposto che le azioni degli esseri umani siano profondamente influenzate dal contesto storico-culturale. All’interno della disciplina si distinguono tre orientamenti: la microsociologia, che studia interazioni sociali quotidiane, considerate le unità elementari di base di una società; la macrosociologia, che analizza strutture sociali più ampie come lo stato, i fenomeni economici (Vedi Economia), la mobilità sociale e le relazioni internazionali; e un terzo orientamento, che cerca di unificare le due prospettive sottolineando le profonde influenze reciproche tra istituzioni e interazioni sociali.
Cenni storici
La sociologia è una disciplina relativamente recente, sebbene alcuni filosofi inglesi del Settecento (come
Thomas Hobbes, John Locke), pensatori francesi e scozzesi dell’Illuminismo, oppure il filosofo italiano Giambattista Vico e il filosofo tedesco Friedrich Hegel ne abbiano anticipato alcuni temi. Fu Auguste Comte a coniare nel 1838 il termine "sociologia"; egli considerò la sociologia come una nuova disciplina che avrebbe scoperto le leggi fondamentali che governavano le società, come le scienze fisiche avevano individuato le leggi naturali. Il filosofo inglese Herbert Spencer avrebbe ulteriormente sviluppato la concezione originaria di Comte. Altri filosofi sociali dell’Ottocento, come Karl Marx e Saint-Simon, Alexis de Tocqueville e John Stuart Mill, sono considerati i fondatori della nuova scienza.In Francia la sociologia venne riconosciuta disciplina accademica soltanto fra il 1880 e 1890.
Emile Durkheim fu il primo a fondare una vera e propria scuola di pensiero sociologico. Secondo uno dei principi fondamentali della teoria durkheimiana, esistono realtà indipendenti dalla volontà dei singoli individui: i fatti sociali, spiegabili solo considerando i fattori sociali che li determinano. Un’applicazione esemplare di tale principio è costituita dall’analisi sociologica di un fenomeno apparentemente del tutto psicologico come il suicidio.In Germania la sociologia fu riconosciuta come disciplina accademica soltanto agli inizi del Novecento e uno dei suoi maggiori esponenti fu
Max Weber. Invece di emulare le scienze fisiche (come accadeva in Francia e in Inghilterra), la sociologia tedesca, grazie a Weber, Georg Simmel e all’influenza del marxismo, si impose una direzione nuova. Oltre a spiegare i fenomeni dall’esterno, i sociologi tedeschi si imposero di comprenderli dall’interno, intuendo che la comprensione dell’azione sociale è imprescindibile dalla considerazione del soggetto che la compie.Negli Stati Uniti d’America, a partire dagli anni Venti, il centro più prestigioso di studi sociologici fu l’università di Chicago, in cui insegnò il sociologo statunitense George Herbert Mead. Egli pose al centro della sua riflessione l’interazione sociale, che è il luogo in cui le persone formano le proprie strutture mentali e la loro identità (ad esempio l’identità del bambino che si forma soprattutto nell’interazione con la madre). Il suo approccio, denominato in seguito da Herbert Blumer "interazionismo simbolico", fu caratterizzato dall’attenzione per la
psicologia sociale e per gli aspetti microsociologici del comportamento umano. Seguendo un approccio diverso, Talcott Parsons, nel suo saggio La struttura dell’azione sociale (1937), introdusse invece nella comunità scientifica americana le idee di Durkheim, Weber e Vilfredo Pareto. Successivamente la leadership intellettuale passò alla Columbia University, dove il sociologo Robert Merton tentò di unire la teoria alla ricerca empirica.Compiti della sociologia e campi di ricerca
Dopo gli anni Sessanta la sociologia ha avuto un grande sviluppo, diventando una delle principali discipline all’interno delle
scienze sociali. La sociologia "storica" analizza le trasformazioni sociali esplorando i rapporti fra istituzioni (come l’economia, lo stato, la famiglia, la religione) e gli individui, chiamati "attori sociali". La sociologia "empirica", attraverso ricerche sul campo, ha fornito dati, esempi e modelli per la teoria sociologica, perfezionando i metodi e le tecniche di indagine. La sociologia "applicata" ha invece elaborato proposte e soluzioni in grado di fornire una risposta istituzionale ai problemi sociali (ad esempio adeguando le politiche sociali di prevenzione, di assistenza e sostegno ai reali bisogni dei malati mentali, dei disabili, dei tossicodipendenti, degli extracomunitari ecc.)I settori che la sociologia ha preso in esame fin dalle sue origini sono stati il
matrimonio e le relazioni familiari, la diseguaglianza sociale e la stratificazione in classi, i rapporti fra etnie, la devianza, la criminologia, le comunità urbane, le istituzioni e le organizzazioni complesse. I campi di ricerca più recentemente esplorati sono quelli dei movimenti sociali, le differenze di genere, gli aspetti sociali dell’invecchiamento (Vedi gerontologia). Altre aree di studio sociologico sono la politica, il diritto, la religione, i sistemi scolastici e militari, il lavoro e le professioni, l’apparato burocratico, l’industria, l’arte e le comunicazioni di massa, la scienza, il linguaggio, la medicina e lo sport. Attualmente la sociologia, come ogni altra disciplina sociale, si sta specializzando, e ridefinendo i propri confini.Uno dei più antichi settori interdisciplinari fra la sociologia e altre discipline è la
psicologia sociale, campo di indagine sia di sociologi sia di psicologi. I primi hanno analizzato soprattutto le relazioni che intercorrono fra i gruppi sociali e i ruoli, le norme e le istituzioni presenti nella comunità. Gli psicologi sociali, invece, hanno rivolto la propria attenzione alle dinamiche interne ai gruppi (la condivisione di valori e atteggiamenti, la formazione e la funzione del leader ecc.) e all’ingerenza delle istituzioni sociali sulla personalità dei membri del gruppo. In anni recenti si è sviluppata una feconda sinergia intellettuale tra sociologi e storici e la sociologia storica è stata influenzata profondamente dal pensiero di Marx e Weber. Gli storici, da parte loro, fanno un uso sempre più frequente di concetti sociologici. L’incontro fra le due discipline è particolarmente evidente nella demografia, nella storia sociale, nello studio delle trasformazioni economiche e politiche, nella sociologia delle rivoluzioni e dei movimenti sociali di protesta.Metodi di ricerca
I sociologi impiegano generalmente metodi di ricerca in uso nelle
scienze sociali. Nella "raccolta delle informazioni" essi utilizzano interviste individuali o di gruppo, l’"osservazione" diretta dei soggetti studiati, l’uso di "testimoni privilegiati" o informatori qualificati come avviene in antropologia, la raccolta di documenti personali (lettere e altri scritti, cartelle cliniche, rapporti istituzionali ecc.), la registrazione di conversazioni, l’uso di strumenti e simulazioni.Uno degli studiosi che ribadì l’importanza dell’osservazione diretta fu il sociologo canadese Erving Goffman, il quale, durante le sue ricerche in campo psichiatrico, visse negli anni Cinquanta per diversi mesi a contatto con malati mentali rinchiusi nei manicomi statunitensi. Da questa e da altre osservazioni "sul campo" Goffman formulò le sue teorie, secondo le quali la società si basa su un patto colletivo, in cui ogni membro del gruppo recita un proprio ruolo all’interno di una grande rappresentazione, una vera e propria "recita" in cui vengono messi in scena i gradi gerarchici della società: il malato con la sua sottomissione, il medico con la sua autorità, l’infermiere emissario del potere supremo.
I sociologi utilizzano per i loro studi anche "fonti secondarie", cioè informazioni e dati non raccolti direttamente da loro, come
statistiche demografiche, censimenti, relazioni amministrative, informazioni elaborate dalle associazioni imprenditoriali sull’andamento economico e sui consumi, dati provenienti dagli uffici ministeriali sulla disoccupazione, l’immigrazione ecc. Nell’"analisi dei dati" i sociologi si affidano a sofisticate tecniche statistico-matematiche, a procedure di analisi linguistica e interpretazione dei testi.Il modello sociologico dominante è andato modificandosi nel corso dei decenni. Negli anni Venti era rappresentato dalla Scuola di Chicago, che svolgeva le proprie ricerche utilizzando i metodi dell’intervista, dell’"osservazione partecipante", dell’analisi dei documenti; dal momento che i dati non venivano elaborati con tecniche statistiche, l’approccio di questi studiosi fu successivamente definito "qualitativo". Fra gli anni Quaranta e Cinquanta, con l’avvento dei sondaggi d’opinione (polls) e delle inchieste sociali (surveys), vennero usati strumenti quali interviste con quotidiani, e metodi come le tecniche statistiche per elaborare i dati. Queste nuove procedure vennero definite "quantitative". Negli anni Sessanta e Settanta, la progressiva informatizzazione indusse i sociologi a privilegiare i metodi quantitativi.
Sebbene i sondaggi e le inchieste siano oggi un importante strumento della ricerca sociale, alcuni studiosi ritengono che per alcuni campi di ricerca siano più adatti i metodi basati sull’osservazione diretta e l’intervista non-direttiva (condotta cioè senza un questionario in cui le possibilità di risposta sono preordinate dal ricercatore). Altri studiosi ritengono che l’estrema facilità con cui oggi si possono elaborare i dati abbia danneggiato l’attendibilità e la validità dei risultati ottenuti attraverso i sondaggi.
Le nuove tendenze
Dopo gli anni Sessanta, la sociologia si è diffusa enormemente in Europa e negli Stati Uniti, assumendo un ruolo di grande rilevanza nella cultura sia accademica sia di massa. I sociologi forniscono consulenze alle grandi imprese elaborando ricerche di mercato, pianificano i servizi sociali, organizzano la pubblica amministrazione, operano nel campo dell’educazione e delle amministrazioni locali. Con l’acuirsi dei problemi sociali all’interno della collettività, la funzione della sociologia è destinata a diventare sempre più determinante. D’altra parte, alcuni assunti teorici della disciplina sono attualmente in crisi e non esiste un indirizzo di studi dominante nella sociologia contemporanea.