Positivismo
Sistema filosofico fondato sulla conoscenza empirica dei fenomeni naturali, per il quale la metafisica e la teologia sono considerate sistemi di conoscenza inadeguati.
Sviluppo
Il termine positivismo venne introdotto dal filosofo francese
Auguste Comte, ma alcuni concetti positivisti risalgono all'opera di David Hume, del filosofo francese Henri de Saint-Simon e di Immanuel Kant.Comte chiamava positivismo la tendenza costruttiva della realtà specularmente opposta alla
metafisica tradizionale. La costruzione di un mondo "positivo", fondato sulla scienza e sulla conoscenza dei fatti liberati dai dogmi, doveva anche inaugurare una nuova organizzazione della società e del sapere scientifico. Il tema filosofico positivistico fu articolato da altri pensatori quali i filosofi britannici John Stuart Mill e Herbert Spencer e il fisico e filosofo austriaco Ernst Mach.Mill si richiamava a Comte, ma insisteva soprattutto sull'esigenza
empiristica per la quale l'unico criterio valido è l'esperienza; Spencer recuperò invece una forma dogmatica e metafisica, sottolineando che la filosofia si fonda sulle verità sostenute dalle scienze. Mach, fondatore dell'empiriocriticismo, riprese le critiche al dogmatismo per affermare la necessità che la scienza procedesse a una descrizione più semplice possibile del mondo.Positivismo logico
Nel corso del XX secolo un movimento filosofico interessato agli sviluppi della scienza moderna rifiutò le concezioni positivistiche, che fondavano la validità della conoscenza sull'esperienza individuale, e sottolineò il primato della verificabilità scientifica. Tra gli studiosi appartenenti a questa corrente, noti come positivisti logici, vi furono
Ludwig Wittgenstein, Bertrand Russell e G.E. Moore. Fu il Tractatus logico-philosophicus (1921) di Wittgenstein a determinare un aperto rifiuto della metafisica e a considerare l'empirismo come necessità logica.Oggi i positivisti che hanno rigettato le posizioni del
Circolo di Vienna preferiscono farsi chiamare empiristi logici per dissociarsi dall'enfasi posta dai primi pensatori sulla verificabilità: essi sostengono che il principio stesso di verificazione sia inverificabile.