Evoluzione del pensiero scientifico e del progresso tecnologico nei secoli XIX e XX Introduzione La storia dell'umanità, ossia il passaggio dallo stato primitivo a quello delle moderne tecnologie, è sempre stata accompagnata dall'esigenza di risolvere i problemi della vita quotidiana, dallo sforzo di comprendere i fenomeni naturali e dai passi avanti nel controllo delle diverse forme di energia allo scopo di piegare la natura ai propri fini e di dominarla. Allorché l'uomo non si limita ad osservare gli eventi naturali, ma a ricercarne le regolarità, le cause, le relazioni, insomma a spiegarli e a interpretarli, nasce la scienza. Il controllo dell’energia tecnologica in un lontano passato fece guadagnare all’uomo una posizione predominante sul nostro pianeta (scoperta del fuoco, dell’arco e delle frecce). Poi cominciò ad essere utilizzata per migliorarne il tenore di vita (scoperta dell’agricoltura, energia degli animali, mulini prima ad acqua, poi a vento) e quindi anche e sempre più per dominare sugli altri uomini (soprattutto con la scoperta della polvere da sparo). L’impiego dei cannoni operò una rivoluzione tecnica nell’arte della guerra che comportava l’invincibilità contro coloro che ne erano sprovvisti e quella superiorità che, nel corso dei secoli, avrebbe portato allo sfruttamento delle ricchezze altrui. Tuttavia le macchine ideate per scopi militari per costruire le canne delle armi da fuoco, furono usate, successivamente, per costruire quei cilindri di precisione che avrebbero permesso lo sviluppo delle macchine a vapore. Da
sempre
insomma
l’uomo
cambia
la
forma
del
suo
mondo,
ne
sposta
i
componenti
e
li
modifica
nello
sforzo
continuo
di
creare
un
ambiente
più
accogliente
di
quello
in
cui
la
natura
lo
ha
immesso:
la
tecnologia
è
il
risultato
complessivo
di
tutte
le
varie
tecniche
con
le
quali
l’uomo
modifica
il
suo
ambiente. La
tecnologia
è
caratteristica
di
tutte
le
comunità
umane,
anche
se
le
civiltà
più
avanzate
dispongono
di
tecniche
più
complesse;
il
filo
conduttore
del
progresso
tecnologico
è
la
continuazione
naturale
delle
tendenze
primitive.
L’aspetto
che
caratterizza
la
nostra
tecnologia
è
l’avere
trasformato
gli
strumenti
semplici
del
passato
in
macchine
complesse. La
tecnologia
è
l’applicazione
delle
cognizioni
scientifiche
ai
problemi
umani.
Come
tutte
le
cognizioni,
esse
possono
essere
applicate
in
bene
o
in
male,
insomma
ogni
progresso
umano
porta
con
sé
non
solo
dei
benefici
ma
anche
nuove
responsabilità. Gli
apporti
tecnologici
migliorarono
il
livello
di
vita
quotidiano
(molto
più
sensibilmente
nel
XIX
e
XX
secolo)
e
ciò
provocò
una
domanda
per
ulteriori
miglioramenti.
C’è
quindi
una
stimolazione
reciproca
tra
tecnologia
e
ricerca
scientifica. Il
progresso
sociale
dipende
da
ambedue,
ma
ambedue
dipendono
dal
fondamentale
desiderio
dell’uomo
di
vivere
una
vita
che
sia
fisicamente
e
intellettualmente
più
piena
e
ricca.
Se
una
società
è
fertile
di
invenzioni
e
di
scoperte,
anche
il
suo
livello
di
vita
non
può
non
essere
rigoglioso:
l’evoluzione
umana
non
conosce
esempi
di
società
pigre
e
statiche
che
siano
state
fertili
di
scoperte
e
di
invenzioni. Fino al XVIII secolo progresso tecnologico e pensiero scientifico non hanno mai subito una netta separazione.
- - - ------------------------------------------------------------------------------------------- - - -
Tralasciando i secoli precedenti, nel '400 domina la figura di Leonardo e, con lui, si afferma l'esaltazione del binomio esperienza-teoria. Le conoscenze scientifiche si giovano dell'apporto di scoperte ed invenzioni che costituiscono scienza solo se si inquadrano in un procedimento scientifico e sono sostenute da un metodo d'indagine. Nasce così una concezione razionale e matematica degli eventi naturali. Nel ‘500 Nicolò Copernico (1473-1543) nel "De revolutionibus orbium coelestium" affronta il problema della struttura dell'universo dandone, con estrema lucidità matematica, una nuova interpretazione (teoria eliocentrica); Giovanni Keplero (1546-1601) discepolo di Tycho Brahe dà un cospicuo sviluppo alla teoria copernicana con le tre leggi sul moto dei pianeti. Galileo Galilei (1564-1642) fissa le basi del metodo scientifico. L’osservazione e la generalizzazione dei fatti non sono, per Galilei, più sufficienti per spiegare gli eventi della natura. Una legge fisica per essere una legge “sempre” valida e quindi affidabile non può basarsi solo sulle due fasi suddette ma necessita di esperimenti. Sperimentare significa analizzare i dati naturali in laboratorio dopo aver eliminato tutte le cause perturbatrici. Seguirà la formulazione di un’“ipotesi” e solo se l’esperimento verifica l’ipotesi quest’ultima diventerà legge. Stava per nascere la vera scienza. Non sarà più vero che i corpi cadono con diverse velocità a seconda della loro massa e del loro peso e si affermerà il principio d’inerzia. Non era facile togliere l’uomo dal centro dell’universo né scuotere l’autorità di Aristotele forte di duemila anni di storia. Ma a poco a poco quella cominciò a vacillare. L'esigenza, sempre più sentita, che la ricerca scientifica deve procedere con rigore razionale, si esprime nella necessità di una nuova scienza che riunisca in sé la geometria, la logica e l'algebra. Cartesio (1596-1650) e Pierre Fermat (1601-1665) crearono, quasi contemporaneamente, la geometria analitica, di cui non si può non riconoscere l'impulso notevole che diede alle future ricerche matematiche e fisiche. Nella seconda metà del seicento lo sviluppo del pensiero scientifico trova un momento di grande arricchimento e di sistemazione razionale delle conoscenze già acquisite nell'opera di Isaac Newton (1642-1727). Tra l'opera scientifica di Galilei e di Keplero non esiste un collegamento teorico che viene acquisito proprio dal pensiero newtoniano. I tre aspetti importanti dell'opera di Newton sono la spiegazione del moto in termini di forze, lo sviluppo notevole dei metodi matematici applicati alla fisica (che gli consentì il perfezionamento teorico del calcolo infinitesimale) e la concezione della struttura discontinua e granulare della luce. Nel corso del XVIII secolo si verificò alla luce degli orientamenti scientifici conquistati nel secolo precedente, un arricchimento notevole di conoscenze scientifiche in tutti i campi della fisica: meccanica, acustica, ottica, termologia, elettrologia. Se il seicento è il secolo rivoluzionario dal punto di vista dei princìpi e dei metodi scientifici, il settecento invece, percorso dal fremito illuministico, è il secolo dell'ansia di costruzione di un mondo che corrisponde alla nuova civiltà della scienza. Mentre, da una parte, evolve il pensiero scientifico, evolve dall'altra il progresso tecnologico soprattutto allorché, verso la fine del 700 eminenti scienziati iniziarono a dar vita a scuole scientifiche per potenziare la loro attività di ricerca. Tali attività, appoggiate dalla crescente borghesia, hanno come obiettivo il consolidamento del sistema produttivo che non può svilupparsi senza l'apporto della scienza. Inizia così, quasi in modo necessario, uno stretto legame tra la produttività e il tecnicismo. Il decennio napoleonico incide sulla vita della scienza sia in Francia che in Europa. La macchina a vapore raggiunge una notevole perfezione strutturale unita ad un buon rendimento. La possibilità di aumentare la potenza della macchina induce all’impiego di vapore ad alta pressione. La macchina ad alta pressione non soppianta quella a vapore, ma le ridotte dimensioni ne stimolano l’applicazione ai mezzi di trasporto. La più importante innovazione nel campo delle macchine operatrici per l’industria tessile è rappresentata dal telaio per seta di J. M. Jacquard (1752-1834) nel 1801, che risolve il problema della selezione dell’ordito fino ad allora affidata ad un garzone. Ma se le grandi scoperte e le grandi invenzioni sono il risultato di molto lavoro teorico e di molte riflessioni, e non solo di intuizione, osservazioni ed esperimenti, è anche vero che esse, a volte hanno fornito lo spunto per l'elaborazione di nuove teorie. James Watt, il pioniere delle prime macchine a vapore veramente efficienti, pose tra le mani degli industriali una potenza che portò tecnici e scienziati a ricercare teorie complete che congiungevano calore ed energia. Carnot (1796-1832), Mayer (1814-1878) e Clausius (1822-1888) non solo perfezionarono la macchina di Watt ma elaborarono la teoria sulla termodinamica. La maggior parte delle prime invenzioni della rivoluzione industriale (macchina a vapore, locomotiva di Stephensonn, telegrafo Morse) furono però conquiste di singoli scienziati ed inventori. Con il crescere delle dimensioni e delle industrie la ricerca isolata divenne però del tutto inadeguata. A fissare i paletti di importanti invenzioni contribuì pure l'Italia. Felice Matteucci ed Eugenio Bersanti nel 1854 realizzano il primo funzionante motore a scoppio. Nel 1871 Antonio Meucci inventa il telefono (attribuito poi a Bell in quanto Meucci lasciò cadere il brevetto), Guglielmo Marconi, successivamente, la radio. Ma nell'800 vengono anche scoperte nuove vie teorizzatrici in biologia, matematica, fisica, chimica. A C. Darwin (1809-82) si deve la teoria dell'evoluzione. Le numerose e accurate osservazioni compiute da Darwin lo portarono alla convinzione che, pur ammettendo (come Mendel) una ripetizione meccanica e sempre uguale nella trasmissione dei caratteri, si verificano di tanto in tanto e casualmente, dalla nascita e non durante la vita come aveva teorizzato Lamark cinquanta anni prima, delle "mutazioni" che poi l'ambiente riterrà "sfavorevoli" o "favorevoli" e , in quest'ultimo caso soltanto saranno conservate ed ereditate. Si determinerebbe, così, un meccanismo di "selezione naturale" da cui sarebbero scaturite tutte le specie attualmente esistenti. Sempre nell'ottocento in opposizione alla "geometria fisica" che «si interessa delle applicazioni della geometria pura al mondo», nasce la "geometria matematica" «un sistema deduttivo basato su certi assiomi che non vanno interpretati con riferimento a qualche particolare mondo esistente». Si affermano così con Bernard Rieman (1826-1866) e con Nicolaj Lobačevskij (1792-1856) le geometrie non-euclidee (rispettivamente ellittica ed iperbolica) basate sui quattro postulati di Euclide e sulla negazione del quinto. Molti meriti per i risultati conseguiti, specialmente i più recenti, vanno ricercati in costruzioni del tutto teoriche, a volte, che prescindono dall’esperienza e dall’analisi dei dati concreti. La fisica moderna e la chimica non nascono dal nulla ma le origini vanno viste nella creazione di modelli teorici (primo fra tutti quello dell’atomo) non solo non verificabili sperimentalmente, ma a volte addirittura contrastanti con la realtà in cui viviamo. La dimostrazione del duplice carattere ondulatorio e corpuscolare della radiazione luminosa, ad esempio (Max Planck,1838-1847; la luce non è emessa con continuità ma per quantità discrete: i quanti), è l’atto conclusivo di una serie di ipotesi da Huygans (onde longitudinali) a Fresnel (onde trasversali) e Maxwell (teoria elettromagnetica). La stessa teoria della Relatività nella descrizione del mondo fisico si è servita di strumenti matematici che attingevano, oltre al calcolo differenziale, anche al campo delle geometrie non euclidee. Anche la letteratura fu in grado di cogliere la portata che le innovazioni tecnologiche producevano sulle attività e sui rapporti umani. La
letteratura
e
la
cultura
scientifica
sono
considerati
fattori
integranti
di
un
progresso
complessivo
dell’umano
incivilimento;
per
questo
motivo
solo
uno
sforzo
concorde
nei
diversi
settori
delle
attività
può
dare
spazio
e
significato
allo
sviluppo
del
pensiero. Nasce
proprio
nell’ottocento
un
appassionato
dibattito
teorico
sul
rapporto
tra
storia
e
invenzione
esemplificato
nel
rapporto
tra
vero
e
fantasia
e
solo
verso
la
metà
del
secolo
si
chiarisce
il
posto
da
attribuirsi
legittimamente
all’invenzione
letteraria
e
alla
ricerca
scientifica.
Il
fermentare
delle
idee
si
innesta
nell’innovazione
tecnologica
che
trasforma
profondamente
la
produttività,
per
cui
nelle
città
cresce
una
borghesia
sempre
più
decisamente
legata
alle
iniziative
economiche,
inquieta
ma
spesso
legata
agli
ideali
del
passato,
ma
in
taluni
casi
disposta
a
d
una
revisione
di
esso.
Il
disagio
anche
non
avvertito
della
trasformazione
sociale
legata
alla
scientificità
si
risente
sugli
orientamenti
e
i
caratteri
della
cultura
e
della
letteratura. Fino a quando la cultura e l’insegnamento erano strettamente legati alla scuola gesuita, i saperi letterari e scientifici erano separati e le scoperte non avevano una loro teorizzazione. Già alla fine del ‘700 si era concretizzata questa unione degli insegnamenti per cui l’osservazione dei fenomeni poté essere teoricizzata, quindi studiata e raccolta in testi di base dai quali sarebbero partite nuove ricerche e studi scientifici, nuove curiosità e attenzioni a culture diverse. La reciproca interferenza, tra l’osservazione dei fenomeni naturali e di popoli indifferenti e la letteratura quale produzione umana, porta al relativismo morale. Si comincia a capire l’importanza dell’unitarietà dello scibile umano e gli sviluppi tecnici non sono estrinseci alla scoperta scientifica. Il risveglio culturale si diffonde in un numero sempre maggiore di paesi, ed è l’illuminismo ad incentivare nuovi settori di indagine, rivelando nuove connessioni tra aspetti della ricerca filosofica e scientifica. La fondazione delle nuove istituzioni d’istruzione superiore, create a Parigi dalla rivoluzione, crea un modello del tutto nuovo per lo sviluppo della ricerca scientifica, associando la ricerca all’insegnamento altamente specialistico e selettivo. Queste nuove scuole favoriscono l’intensificarsi dei contatti fra gli scienziati e lo sfruttamento delle loro attività didattiche per la ricerca. Ciò provoca una fioritura di importanti trattati i quali rispondono a precise esigenze connesse con l’insegnamento. Questa
stretta
connessione
tra
evoluzione
scientifica
e
pensiero
umanistico
porta
al
modellarsi
di
fisica
e
biologia
sulle
discipline
puramente
letterarie.
Fra
il
1820
e
il
1830
sorgono
nuovi
periodici
scientifici
con
l’intento
di
incrementare
ed
accelerare
le
comunicazioni
tra
i
vari
ricercatori.
La
loro
nascita
conferma
l’accresciuta
esigenza
di
una
sempre
più
ampia
circolazione
delle
idee
scientifiche. Nel
1830
viene
pubblicato
il
primo
volume
del
“Corso
di
filosofia
positiva”
di
A.
Comte
(1798-1859)
a
cui
fanno
seguito
altri
cinque
volumi
in
cui
si
trova
esposta
la
classificazione
delle
scienze
(matematica,
fisica,
chimica,astronomia,
biologia
e
sociologia,
rispettivamente
disposte
in
ordine
logico,
cronologico
e
pedagogico).
Tra
gli
scritti
vi
è
pure
la
Sociologia,
da
lui
intesa
come
scienza
suprema,
considerata
base
“positiva”
per
una
riorganizzazione
razionale
della
società.
Il
positivismo
di
Comte
è
erede
diretto
dell’illuminismo
negli
aspetti
che
riguardano
la
fede
nella
scienza
o
la
concezione
totalmente
laica
dell’uomo
e
del
mondo,
mentre
è
radicalmente
innovatore
per
quanto
riguarda
lo
sviluppo
storico
dell’umanità
e
i
problemi
sociali
scaturiti
dalla
rivoluzione
industriale. A.
Comte
è
considerato
il
primo
pensatore
positivista;
egli
è
il
primo
a
considerare
unica
conoscenza
valida
quella
scientifica
e
condizione
necessaria
del
progresso
dell’umanità
il
progresso
della
conoscenza
scientifica.
Anche
gli
scienziati
italiani
cercano
di
allinearsi
alla
vita
scientifica
europea
attraverso
i
congressi.
Promotore
del
primo
incontro,
tenutosi
a
Pisa
nel
1839,
era
stato
il
principe
Carlo
Luciano
Bonaparte,
nipote
di
Napoleone,
naturalista
ed
erudito.
I
congressi
sono
abbastanza
frequenti
e
favoriscono
i
contatti
fra
uomini
di
scienza
e
di
cultura
dei
diversi
stati
della
penisola.
La
filosofia
comtiana
aveva
trovato
un’accoglienza
particolarmente
favorevole
in
Inghilterra;
fra
i
filosofi
inglesi
va
ricordato
J.
Stuart.
Mill
che
pubblica
varie
opere. I
primi
anni
della
seconda
metà
dell'ottocento
sono
caratterizzati
da
grandi
impegni
costruttivi;
lo
sviluppo
dell’industria
continua
con
un
ritmo
che
si
fa
progressivamente
più
veloce;
la
produzione
economica
europea
è
in
costante
aumento;
con
gli
anni
’60
la
costruzione
di
ferrovie
realizzerà
progressivamente
una
unificazione
dei
mercati,
rafforzando
così
le
strutture
delle
grandi
industrie. La
cultura di questo
decennio risente
direttamente del
mutamento storico
successivo al 1848;
mentre tramonta lo
spirito romantico,
la scienza, che nei
decenni precedenti
aveva preparato
lentamente la
propria rinascita,
giunge ora ad un
largo dominio
culturale, a una
restaurazione del
proprio primato. Il
positivismo
si
presenta sempre più
come il movimento
culturale più
adeguato alla
rinascita
scientifica. Nel profondo rinnovamento della vita scientifica affiorano conflitti tra le tendenze alla specializzazione e gli interessi per l’applicabilità delle teorie scientifiche alla produzione industriale. In Italia il positivismo si diffonde facilmente grazie all’appoggio dell’ala democratica della borghesia, che vuole emanciparsi dal dominio della cultura clericale. Fra
il
1880
e
il
1890,
il
lungo
periodo
di
pace
che
domina
l’Europa,
grazie
alla
politica
conciliatrice
di
Bismarck, favorisce
l’instaurarsi
di
un
clima
di
collaborazione
internazionale
nella
vita
scientifica;
ne
sono
espressione
il
fiorire
di
congressi
nelle
varie
città
europee
su
botanica,
geografia,
geologia,
e
matematica. Nonostante
in
questo
periodo
inizi
la
fase
di
declino
del
positivismo
rimane
comunque
il
concetto
dell’esigenza
sia
di
dare
una
struttura
scientifica
ad
alcune
discipline
tradizionalmente
escluse
dal
campo
della
vera
e
propria
scienza
sia
di
porre
il
problema
della
conoscenza
scientifica
al
centro
delle
riflessioni
filosofiche. Non
tutti i filosofi di
questo periodo che
riconobbero la
centralità del
problema della
scienza sono
positivisti. Ma
soprattutto in
Germania il problema
della scienza assume
un rilievo speciale
anche entro una
corrente di pensiero
avversa al
positivismo. Le
trasformazioni
politiche
e
sociali
avevano
percorso
tutto
l’ottocento
e
avevano
portato,
all’interno
di
tutte
le
produzioni
dell’uomo,
dalle
arti
alle
scienze,
alla
concretizzazione
delle
idee
positivistiche.
Con
il
nuovo
secolo
tutto
ciò
declina.
Il
positivismo
appare
troppo
legato
al
canone
della
verosimiglianza,
impoverendo
così
e
circoscrivendo
i
confini
della
rappresentabilità.
Sorge
così
una
tendenza
profondamente
differente,
quella
cioè
di
andare
oltre
il
reale,
oltre
il
verosimile;
di
toccare,
al
di
là
della
fenomenica
apparenza,
il
fondo
autentico
della
realtà. Frattanto, mentre si delinea questa tendenza ideologica, si manifesta uno straordinario sviluppo industriale: dal 1900 al 1910 Francia ed Inghilterra raddoppiano la produzione dell’acciaio e quella dell’Italia passa da 79000 a 250000 tonnellate; questo balzo produttivo fa sorgere l’illusione che l’Italia si avvicini sempre più alle grandi potenze europee. La Fiat, costituita nel 1899, è la prima grande fabbrica di automobili italiana, ma nel 1904 ce ne sono già sette e, nel 1906, settanta. Ma tutto ciò dura poco in quanto l’Italia (rispetto a Francia ed Inghilterra) non è in grado di reggere alle richieste di aumento dei salari e in questo quadro si affermano teorie socialiste e sindacali. Ma
è
tipico
dei
futuristi
l’esaltazione
della
macchina
e
del
progressismo.
Questa
nuova
corrente
letteraria,
opposta
al
crepuscolarismo,
porta
l’attenzione
e
la
simpatia
alle
componenti
di
questa
nuova
realtà:
le
macchine,
i
grandi
complessi
industriali,
le
città
moderne,
le
metropoli,
l’automobile,
la
velocità.
Il
futurismo
è
un
caso
esemplare
di
rapporto
tra
progresso
tecnologico-scientifico
e
letteratura:
gli
atteggiamenti
letterari
fanno
da
copertura
ideologica
al
meccanicismo
dell’industrialismo
capitalistico.
Questo
fondamentale
rapporto
risulterà
palese
quando
il
futurismo
esalterà
il
nazionalismo
e
la
guerra
quale
sola
igiene
del
mondo. Nonostante
il
sostrato
culturale
futurista,
l'Italia
partecipò
attivamente
al
conflitto
solo
nel
1915.
Le
principali
cause
della
guerra
sono
invece
da
ricercarsi
nelle
intenzioni
indipendentiste
dei Nella prima decade di agosto del 1914 scoppia la prima guerra mondiale che vede impegnate Francia, Inghilterra e Russia da una parte, Germania e Austria-Ungheria dall’altra. Poiché si trattava di potenze coloniali, la guerra riguardò anche l’Africa e l’Asia, ma si decise in Europa grazie all’intervento degli Stati Uniti. La guerra fu molto cruenta anche perché il progresso scientifico e tecnico aveva portato, tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento, alla produzione di nuovi tipi di armi, molto più micidiali. Le armi da fuoco erano state notevolmente perfezionate: i fucili si caricavano più in fretta (fucili a retrocarica) ed erano più precisi (fucili a canna rigata), come pure i cannoni; la mitragliatrice, più volte perfezionata, permetteva di sparare centinaia di colpi in rapidissima successione; i diversi tipi di bombe, tra cui bombe a mano, e i gas velenosi erano anch'essi in grado di provocare un gran numero di morti. Solo
vent’anni
(1919-1939)
separano
le
due
guerre
mondiali
ma
in
questo
periodo
avvennero
importanti
cambiamenti.
Il
crollo
dei
grandi
Imperi
(Impero
Russo,
Ottomano
e
Austro-Ungarico)
aveva
dato
vita
ad
una
nuova
configurazione
politica
dell’Europa.
Le
società
divengono
sempre
più
società
di
massa,
in
cui
i
fenomeni
politici,
culturali
e
tecnologici
coinvolgono
l’intera
popolazione
e
non
solo
una
piccola
parte,
come
avvenne
nell’ottocento. Quasi
tutti
gli
stati
europei
erano
diventati
democrazie
parlamentari
per
cui
i
nuovi
parlamenti
non
rappresentavano
l’alta
borghesia,
ma
tutta
la
popolazione
ed
i
parlamentari
dovevano
tener
conto
dell’opinione
pubblica,
se
volevano
essere
rieletti.
I
nuovi
mezzi
di
comunicazione,
il
cinema
e la
radio,
diffondevano
modi
e
comportamenti
che
un
tempo
erano
tipici
solo
dell’alta
borghesia.
Negli
Stati
Uniti,
in
particolare,
si
verificò
una
profonda
trasformazione
sociale
grazie
al
miglioramento
del
tenore
di
vita
e
alla
produzione
in
serie,
cioè
un
gran
numero
di
esemplari
tutti
uguali
e
destinati
a
un
largo
consumo.
Si
creò
una
società
dei
consumi,
in
cui
la
produzione
industriale
cresceva
in
continuazione,
perché
cresceva
la
domanda
dei
prodotti. In
Italia
il
dibattito
letterario
del
primo
dopoguerra
è
inizialmente
caratterizzato
da
un
“richiamo
all’ordine”
ed
alla
tradizione:
dalle
colonne
de
La
Ronda
si
teorizzò
la
legione
dei
classici,
l’estrema
pulizia
formale,
la
prosa
d’arte
rigorosamente
calibrata.
Tra
il
1920
e
il
1930
la
guerra
e
il
dopo-guerra
hanno
ormai
messo
in
luce
la
crisi
del
mondo
liberale-borghese
i
cui
valori
non
offrono
più
credibilità
e
l’espressionismo,
il
dadaismo,
il
surrealismo
(le
cosiddette
avanguardie
storiche)
portano
alle
estreme
conseguenze
il
rifiuto
di
tale
mondo. Ma
di
contro
alle
avanguardie
il
periodo
fra
le
due
guerre
vede
anche
l’elaborazione
di
una
poetica
e
di
una
poesia
di
estremo
rigore
come
quella
di
Paul
Valéry
o l’itinerario
(dalla
disperazione
alla
fede)
di
Thomas
Stearns
Eliot.
Un
altro
aspetto
della
letteratura
sta
nell’interesse
suscitato
negli
anni’30
per
i
narratori
americani
dalle
cui
pagine
si
ricavano
il
mito
di
un’America
giovane,sanguigna
e
libera. Fermenti
letterari
e
organizzazione
scientifica
vanno
di
pari
passo:
negli
Stati
Uniti
viene
applicato
su
vasta
scala
il
nastro
trasportatore,
un
piano
scorrevole
su
cui
i
pezzi
da
montare
passano
da
un
operaio
all’altro.
L’invenzione
del
nastro
trasportatore
favorì
così
la
diffusione
della
catena
di
montaggio.
Gli
operai
disposti
lungo
un
unico
bancone
o
lungo
il
nastro
scorrevole,
svolgono
ognuno
un’operazione
diversa
e
ripetitiva,
con
un
notevole
risparmio
di
tempo.
Frederick
Taylor
sviluppò
lo
studio
di
tutti
gli
accorgimenti
che
permettevano
di
ridurre
i
tempi
di
produzione
e
la
fatica
dell’operaio,
evitando
gesti
e
spostamenti
inutili:
questa
organizzazione
”scientifica”
del
lavoro,
aumentò
la
produttività
del
lavoro
operaio.
È
proprio
fra
le
due
guerre
che
si
intensifica
lo
sviluppo
tecnologico.
I
maggiori
sviluppi
si
ebbero
nel
settore
bellico
ma
furono
particolarmente
migliorati
anche
i
trasporti
e
le
comunicazioni.
Nel
1919
fu
inaugurato
il
primo
collegamento
aereo
tra
Parigi
e
Londra;
nel
1927
il
pilota
statunitense
Charles
Lindbergh
attraversò
per
la
prima
volta
l’atlantico
senza
fare
alcuno
scalo,
in
33
ore
e
39
minuti,
su
un
aeroplano
dal
lui
stesso
progettato.
La
navigazione
e
le
ferrovie
si
rinnovarono
ma
fu
l’automobile
a diventare
un
mezzo
di
trasporto
di
massa,
grazie
anche
ad
una
serie
di
perfezionamenti
tecnologici:
furono
migliorati
freni,
pneumatici,
cambio
di
velocità
e
nel
1934
compariva
l’auto
a
trazione
anteriore,
cioè
con
le
ruote
motrici
nella
parte
anteriore
del
veicolo
(invenzione
del
giunto
omocinetico).
Per
favorire
la
vendita
degli
apparecchi
radiofonici,
furono
organizzate
trasmissioni
radiofoniche:
la
radio
ebbe
allora
una
grandissima
diffusione
e
divenne
uno
strumento
di
informazione
importantissimo,
anche
perché
utilizzabile
da
chiunque,
compresi
gli
analfabeti. La
grande
invenzione
di
questo
periodo
nel
campo
delle
comunicazioni
fu
la
televisione:
nel
1929
furono
attuati
dei
progetti
sperimentali
in
Inghilterra
e
nel
1936
esisteva
già
un’emittente
televisiva,
anche
se
fino
alla
seconda
guerra
mondiale
la
televisione
ebbe
una
diffusione
molto
limitata
e
non
sostituì
la
radio. Il
cinema
divenne
invece
uno
dei
divertimenti
preferiti,
grazie
ai
costi
molto
più
bassi
rispetto
a
quello
degli
spettacoli
teatrali.
L’industria
cinematografica
raggiunse
dimensioni
importanti
e
gli
attori
del
cinema
cominciarono
ad
essere
personaggi
ammirati
dal
pubblico.
L’introduzione
del
sonoro
(1929)
e
poi
del
colore
(1935)
segnò
due
tappe
fondamentali
nello
sviluppo
del
cinema
e
l’interesse
del
pubblico
aumentò
ancora. In
questi
anni
furono
prodotte
in
laboratorio
nuove
sostanze,
come
il
plexiglas
(Bauer,
1928)
e
il
nylon
(Carothers,
1936),
destinate
ad
avere
un
notevole
uso
negli
anni
seguenti,
il
primo
in
sostituzione
del
vetro,
il
secondo
al
posto
di
altre
fibre
tessili
(ad
esempio
nelle
calze).
Una
delle
scoperte
più
importanti
fu
la
penicillina,
il
primo
antibiotico,
medicinale
in
grado
di
distruggere
i
batteri
responsabili
di
molte
malattie.
Questa
scoperta
venne
però
utilizzata
solo
dopo
il
1940
durante
la
seconda
guerra
mondiale.
Grazie
agli
antibiotici
divenne
allora
possibile
curare
moltissime
malattie
ed
infezioni
contro
le
quali,
fino
ad
allora,
non
esistevano
rimedi,
benché
se
ne
conoscesse
l’origine:
ad
esempio
molte
forme
di
polmoniti,
la
meningite,
la
sifilide,
la
difterite.
L’invenzione
del
DDT
(1939),
un
potente
insetticida,
permise
di
sterminare
la
zanzara
anofele
portatrice
di
malaria,
eliminando
questa
malattia
da
diverse
regioni. In
Italia,
tra
le
due
guerre
mondiali
si
formò
un
regime
totalitario
di
destra
il
cui
modello
fu
seguito
da
altri
gruppi
di
destra
che
formarono
(come
ad
esempio
la
dittatura
in
Spagna)
regimi
totalitari.
Di
fronte
alla
situazione
politica
della
società
italiana,
due
sono
sostanzialmente
le
posizioni
assunte
dalla
cultura
italiana:
una
concepisce
l’attività
letteraria
come
esercizio
al
di
sopra
delle
parti,
come
evasione
e
nel
contempo
rifiuto
di
ogni
compromissione; Nel
secondo
decennio
del
novecento
l’arte
europea
porta
a
compimento
le
premesse
della
modernità
che,
nel
campo
storico,
prende
tragica
evidenza
negli
eventi
della
prima
guerra
mondiale.
Manifestazioni
esemplari
di
questa
crisi
sono
il
dadaismo
e
il
surrealismo
che
coinvolgono
non
solo
l’ambito
figurativo
ma
anche
quello
letterario. In
questo
clima
di
rinnovamento
ideologico,
tecnico
e
scientifico
si
cominciano
a
realizzare
i
progetti
di
Hitler
per
la
creazione
di
una
grande
Germania.
Scoppia
la
seconda
guerra
mondiale.
Grazie
ad
un
esercito
equipaggiato
con
attrezzature
modernissime
come
i
carri
armati,
che
resero
più
facile
l’avanzata
dell'esercito,
i
soldati
del
Reich
conquistarono
fulmineamente
metà
della
Francia
ed
altre
nazioni
europee.
Per
la
prima
volta
vennero
utilizzati
anche
aeroplani,
dirigibili
e
sommergibili:
questi
permisero
alla
Germania
di
ostacolare
gli
scambi
commerciali
tra
l’Inghilterra
e
gli
altri
stati. Dopo
la
seconda
guerra
mondiale
si
affermarono
come
grandi
potenze
gli
Stati
Uniti
e
l’Unione
Sovietica,
mentre
gli
stati
europei
attraversarono
un
periodo
di
crisi.
Questa
opposizione
ha
segnato
tutta
la
storia
mondiale
fino
agli
anni
ottanta.
Sia
le
grandi
potenze,
sia
molti
altri
stati
cercarono
di
potenziare
e
perfezionare
le
armi
a
loro
disposizione
rendendole
sempre
più
distruttive
e
dotandosi
di
armamenti
atomici. Alla
fine
della
nuova
realtà
del
secondo
dopoguerra
i
letterati
italiani
si
rivolgono
alla
conoscenza
delle
letterature
straniere
ignorata
durante
il
ventennio.
In
campo
editoriale
si
registra
una
fervida
attività
di
traduzioni:
profonde
influenze
esercitano
la
conoscenza
di
J.
P.
Sartre
e
il
teatro
di
B.
Brecht.
Sartre
è
ateo
ed
è
considerato
il
padre
dell'esistenzialismo
(tendenza
filosofica
che
sottolinea
il
tema
dell'esistenza,
la
possibilità
di
scelta,
la
responsabilità
individuale).
La
sua
riflessione
filosofica
verte
su
temi
come
l'esistenza,
intesa
come
un
oscillare
tra
essere
e
nulla,
la
noia,
come
reazione
alla
consapevolezza
del
dolore,
la
libertà.
Elio
Vittorini
propugna
una
letteratura
che
si
impegni
a
liberare
l’uomo
dai
limiti
del
passato,
dalla
miseria
e
dallo
sfruttamento.
Registi,
narratori,
pittori
si
impegnano
in
una
rappresentazione
della
realtà
in
presa
diretta.
È
l’esplosione
del
neo-realismo
con
i
suoi
aspetti
positivi
(la
scoperta
di
un’Italia
minore
e
umile,
il
contatto
tra
letteratura
e
realtà
nazionale,
la
responsabilizzazione
civile
e
politica
del
letterato,
la
fiduciosa
speranza
di
rinnovamento)
e
i
suoi
aspetti
negativi
(il
bozzettismo,
i
compiacimenti
populistici,
l’abuso
del
dialetto);
dell’ampia
produzione
narrativa
di
quegli
anni
ricordiamo:
Jovine,
V.
Pratolini,
Italo
Calvino,
B.
Fenoglio.
La
parabola
del
neo-realismo
però
già
a
metà
degli
anni
cinquanta
è
in
fase
decisamente
calante,
i
moduli
di
rappresentazione
neo-realistici
appaiono
sempre
più
semplicistici
di
fronte
a
una
realtà
che
il
neocapitalismo
in
ascesa
rende
più
complessa.
Ed
ecco
che
a
metà
degli
anni
cinquanta
nasce
la
produzione
narrativa
che
si
volge
a
temi
esistenziali
sulla
condizione
umana
intesa
non
storicamente
ma
incentrata
sulla
inutilità
e
sulla
morte
cui
le
vicende
dell’uomo
soggiacciono. Nei paesi industrializzati ed in particolare negli Stati Uniti sono avvenute molte trasformazioni nelle tecnologie usate: questa rivoluzione tecnologica ha portato all’introduzione del calcolatore, ad un grande sviluppo dell’elettronica, alla creazione di nuovi materiali ed alla ricerca di nuove fonti di energia tra cui l’energia nucleare. Nuove tecniche hanno anche permesso grandi progressi in agricoltura ed in medicina. Dopo la seconda guerra mondiale il miglioramento dei razzi e l’invenzione di navicelle aerospaziali (1957) portò nel 1968, in seguito ad un’intensa sperimentazione, l’uomo al di fuori della terra; nel 1969, dopo essere entrati in orbita lunare, Edwin E. Aldrin, Jr. e Neil A. Armstrong si trasferirono nel LEM, il modulo per l'allunaggio, mentre il modulo di comando era affidato al pilota Michael Collins. Il modulo lunare toccò la superficie del satellite il 20 luglio, nei pressi del margine del Mare della Tranquillità e poche ore dopo Armstrong mise piede sul suolo lunare, con le parole: "Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un balzo gigante per l'umanità". Dopo l’esperienza dell’Apollo 11 seguirono tantissime altre esplorazioni del sistema solare con sonde autoguidate. Oggi la nostra vita, sia pubblica che privata, è influenzata dalla rivoluzione informatica. Per
esempio,
per
interrogarsi
sulle
trasformazioni
che
le
nuove
tecnologie
stanno
inducendo
nell’universo
della
scrittura
e
del
pensiero,
è
utile
occuparsi
di
cambiamenti
che
stanno
avvenendo
nei
comportamenti
e
nei
prodotti
testuali.
È
importante
individuare
il
senso
profondo
dei
cambiamenti
che
il
computer
sta
provocando
nei
rapporti
tra
scrittura,
pensiero
e
linguaggio.
Computer
e
linguaggio
sono
accomunati
dal
fatto
di
essere
entrambi
usati
come
strumenti,
sia
per
la
rappresentazione
della
conoscenza,
sia
per
la
comunicazione
interpersonale,
e
servono
tutti
e
due
a
sviluppare,
modificare
e
ristrutturare
le
idee. È
necessario ricorrere
alla riflessione
sulla effettive
modificazioni che
stanno inducendo le
nuove tecnologie sul
proprio agire
mentale e operativo. Scrivere
è
un
processo
linguistico-cognitivo
scomponibile
in
fasi:
l’ideazione,
la
pianificazione
preventiva
del
testo,
le
diverse
stesure,
l’impaginazione,
la
riproduzione
e
la
diffusione.
Tale
processo
risulta
tanto
più
efficace
quanto
più
chi
scrive
riesce
a
governare
e
a
controllare
in
modo
progettuale
e
consapevole
questo
insieme
di
procedure. È
innegabile
che
l’utilizzo
di
un
word-processor,
ovvero
della
possibilità,
tra
l’altro,
di
memorizzare,
riprendere
e
manipolare
porzioni
e
stesure
diverse
del
testo,
possa
facilitare
la
consapevolezza
e
la
pratica
della
dimensione
progettuale
dello
scrivere.
L’immediatezza
di
queste
operazioni,
se
acquisite
con
scioltezza,
consentono
di
risparmiare
tempo
e
di
non
sottrarre
energia
cognitiva
alle
componenti
ideative
della
scrittura
in
fasi
e
momenti
diversi,
distribuendoli
in
modo
opportuno
nel
tempo. Anche
la
pianificazione
di
alcune
tipologie
testuali
è
supportata
in
modo
più
efficace
dalla
possibilità
di
scrivere
preliminarmente
titoli
e
sottotitoli
parziali
di
un
testo
e
di
riempirne
successivamente
le
singole
porzioni,
controllandone
via
via
l’ampiezza
e
la
coerenza
interna. È
opportuno
ribadire
l’importanza
dell’estrema
facilità
con
cui
un
ambiente
di
video-scrittura
consente
le
operazioni
fondamentali
del
processo
di
scrittura:
il
salvataggio
e
la
ripresa
di
stesure
parziali
e
provvisorie,
il
taglio
e
lo
spostamento
di
parti
di
testo,
il
lasciare
e
il
riprendere
il
testo
in
momenti
diversi,
il
misurarne
l’ampiezza,
il
vederne
la
resa
grafica. Inoltre
la possibilità di
rielaborare più
volte e con estrema
facilità il proprio
testo, di fare
tagli, aggiunte,
spostamenti,
correzioni, può
accentuare la
consapevolezza e il
controllo della
dimensione ricorsiva
e
rielaborativa
della scrittura. Tutto
ciò non spezza la
continuità con le
pratiche
comunicative
precedenti. Infatti
il
computer
e
gli
elaboratori
di
testi
rappresentano
l’ultimo
punto
di
incontro
fisico
tra
scienza
e
letteratura.
È
proprio
all’interno
di
un
word-processor
che
oggi
è
impaginata
la
quasi
totalità
dei
testi
giornalistici
e
letterari.
Fin
dall’antichità
infatti
l’uomo
ha
sempre
cercato
di
accelerare
il
processo
di
copiatura
di
un
testo,
che
era
unicamente
manuale,
mediante
processi
di
stampa
e
successivamente
di
rielaborazione
nei
word-processor. Le
prime
stampe
di
testi
avvenivano
intagliando
le
lettere
su
tavole
di
legno
che
bagnate
di
inchiostri
a
base
oleosa
le
imprimevano
sui
fogli.
Le
incisioni
potevano
essere
di
due
tipi:
a
incavo
se
si
inchiostravano
i
solchi,
in
rilievo
nel
caso
contrario.
Ma
tale
procedimento
richiedeva
un
lunghissimo
processo
di
intaglio
e
perciò
nel
1450
fu
inventato
da
Johann
Gutenberg
un
nuovo
metodo
di
stampa
(a
caratteri
mobili)
che
utilizzava
dei
caratteri
prefabbricati
che
venivano
disposti
in
sequenza
per
comporre
un
testo.
Nel
periodo
tra
il
1450
e
il
1500
furono
stampate
in
Europa
più
di
6000
opere
e
il
numero
di
tipografi
aumentò
rapidamente.
Se
i
tipografi
dell'Europa
settentrionale
producevano
soprattutto
libri
religiosi,
quelli
italiani
stampavano
principalmente
opere
laiche,
come
i
classici
greci
e
latini
che
il
Rinascimento
aveva
riscoperto,
le
novelle
degli
scrittori
italiani
e
le
opere
scientifiche
contemporanee.
Allo
stesso
modo
anche
il
processo
di
stampa
delle
immagini,
che
agli
albori
era
puramente
manuale,
si
è
evoluto
tramite
la
tecnica
delle
incisioni. Nei secoli XVII, XVIII, XIX, i processi di stampa furono velocizzati sempre più mediante l’uso di molle e nuovi materiali, ma pur sempre basati sul metodo dell’incisione o dei caratteri mobili ottenendo grandi tirature divenute possibili grazie all'invenzione della macchina da stampa a vapore e allo sviluppo di macchine per la fabbricazione di rulli continui di carta. L'introduzione della stereotipia (1829) permise di duplicare cliché tipografici già pronti. Nel 1886 fu messa a punto una compositrice tipografica che riduceva notevolmente il tempo necessario per comporre un testo e, successivamente, la fotografia contribuì allo sviluppo dei moderni procedimenti fotomeccanici. Negli anni Cinquanta del Novecento furono introdotte le prime fotocompositrici, che producevano immagini fotografiche dei caratteri, e di conseguenza diminuì drasticamente la fabbricazione dei tradizionali caratteri tipografici in metallo. Ma la svolta si ebbe tra il 1880 e il1900 con i puntinisti. G. Seurat e Dourier intuirono che qualsiasi immagine e qualsiasi colore potevano essere ricostruiti giustapponendo l’uno all’altro una miriade di puntini di colore opportunamente scelti.
Secondo
questa
teoria,
su
cui
si
basano
la
maggior
parte
le
moderne
stampanti,
l’immagine
complessiva
creata
dallo
sciame
di
punti
viene
mescolata
dalla
luce
e
può
essere
percepita
dall’occhio
umano
sia
come
una
immagine
complessa
e
colorata,
sia
come
un
testo.
Anche
le
moderne
attrezzature
per
la
visualizzazione
funzionano
in
modo
simile.
La
televisione,
i
proiettori
cinematografici
(come
corpi
che
emettono
luce
e
che
utilizzano
il
metodo
additivo:
Red+Green+Blue),
e
le
stampanti
(producono
immagini
su
superfici
opache
e
utilizzano
il
metodo
sottrattivo:
Cyan+Magenta+Yellow(+Black))
riproducono
immagini
e
testo
come
una
miscela
di
pochi
colori
fondamentali
e
di
tanti
puntini. Oggi
qualunque
testo,
anche
completo
di
illustrazioni,
può
essere
realizzato
direttamente
sullo
schermo
di
un
computer
con
il
quale
è
possibile
trasmetterlo
ad
una
qualunque
attrezzatura
di
stampa
compatibile. Oggi il progresso tecnologico ha raggiunto dei risultati prima impensabili. Ogni giorno la pubblicità e i notiziari ci informano periodicamente riguardo la creazione di nuove invenzioni e perfezionamenti di quelle esistenti. Degli ultimi anni sono: il telefono cellulare, internet, il cd-rom, la tv satellitare, automobili superveloci, ponti lunghi km, computer di dimensioni microscopiche, gallerie sottomarine interminabili (Canale della Manica), aerei supersonici e abiti fatti di materiali sintetici. Migliaia di satelliti sono stati lanciati in orbita intorno alla Terra per soddisfare le esigenze della tecnologia, e sono stati varati numerosi progetti di missioni interplanetarie. Per quanto riguarda il campo della genetica è ormai quasi ultimato il “progetto genoma” per classificare tutti i singoli geni del D.N.A. umano. La medicina ormai può curare la maggior parte delle malattie e la ricerca fa progressi anche riguardo la cura dell’A.I.D.S. e del cancro. La fisica ormai cerca fonti alternative di energie nella fusione nucleare fredda, nell’antimateria ecc.; le leggi che regolano l’universo sono studiate alla luce della teoria quantistica. Tramite telescopi e radar è stato possibile fare un’ipotesi concreta sull’origine dell’universo (teoria del Big Bang, che proprio in questi giorni è stato addirittura fotografato); si sono definiti i confini dell’universo, studiati i buchi neri, le supernove, le pulsar, le galassie, i quasar e altri corpi celesti distanti molti anni luce dal nostro pianeta. Vale
la
pena,
anche
di
fronte
alle
trasformazioni
più
radicali,
mantenere
vivo
e
critico
il
senso
della
continuità,
dell’evoluzione,
seppure
sempre
più
accelerata:
anche
le
fratture
epocali
immergono
le
radici
delle
loro
novità
in
ciò
che
è
avvenuto
prima.
La
stessa
rivoluzione
informatica,
nata
negli
ultimi
quaranta
anni,
maturata
nei
decenni
successivi
nelle
varie
applicazioni
e
da
poco
esplosa
con
l'avvento
del
microprocessore,
in
realtà
è
il
risultato
conclusivo
di
un
lavoro
teorico
durato
centinaia
di
anni
inconsapevole
delle
conclusioni
sorprendenti
a
cui
avrebbe
portato.
La
filosofia,
la
matematica,
le
condizioni
storiche
tutte
hanno
apportato
il
loro
essenziale
contributo.
La
stessa
idea
di
Charles
Babbage
di
memorizzare
istruzioni
e
informazioni
con
schede
perforate
che
utilizzò
per
la
sua
"macchina
analitica"
(1883),
che
può
considerarsi
il
primo
vero
e
proprio
antenato
del
computer,
fu
"copiata"
dal
telaio
di J.
M.
Jacquard.
Subito
dopo
la
società
di
H.
Hollerith
che
creò
una
macchina
analoga
si
fuse
con
una
piccola
ditta
di
New
York
e
divenne
l'International
Business
Macchines
(IBM).
Il
passo
successivo
e
più
sorprendente
fu
quello
di
sostituire
ai
fori
le
cariche
elettriche.
Il
grande
sviluppo
dell’elettronica
nell’industria
e
nelle
società
attuali
è
stato
reso
possibile
da
alcune
invenzioni,
tra
cui
il
transistor
(1947;
un
dispositivo
che
amplifica
le
correnti
elettriche
e
che
si
sostituisce
alla
"ingombrante"
valvola)
e
il
circuito
integrato
(chips)
cuore
dei
moderni
computer.
Dai
primi
calcolatori
elettronici
(1944,
1946),
di
grandi
dimensioni
e
a
basso
rendimento
(come
l’E.N.I.A.C.),
a
quelli
attuali
sono
avvenute
enormi
trasformazioni,
che
hanno
fatto
del
computer
uno
strumento
indispensabile
nelle
industrie
come
negli
uffici. Apparentemente sembrerebbe una conquista recente ma che sarebbe restata inattuabile senza altre conoscenze i cui meriti vanno attribuiti alla matematica e al pensiero scientifico con contributi esclusivamente teorici; dall'invenzione del sistema posizionale dei numeri, all'algebra di G. Boole (che utilizzò la logica aristotelica inquadrandola in una cornice algebrica dimostrando la possibilità di utilizzare simboli e regole matematiche per elaborare concetti logici), alla scoperta quindi di analogie strutturali tra i vari campi del sapere (logica delle proposizioni, operazioni tra insiemi, operazioni con l'aritmetica binaria, circuiti elettrici, quindi porte logiche and, or, not etc.).
Abbiamo più volte sottolineato che al progresso tecnologico corrisponde una migliore qualità della vita ma non si può, tuttavia, non concludere con una riflessione. L'incoraggiamento ai consumi senza limite e la corsa senza fine alla produttività dovranno, presto, fare i conti, anche a causa dell'incontrollato sviluppo demografico, con il fatto che la Terra è un ecosistema limitato e finito in cui l'energia non si crea dal nulla e le cui risorse vanno rapidamente esaurendosi. Se tutto ciò, da una parte, induce a guardare con urgenza verso fonti alternative, dall'altra porta a considerare che le nuove tecniche, la diffusione delle industrie, l'aumento dei mezzi di trasporto hanno anche creato gravi problemi di distruzione dell'ambiente: inquinamento, scomparsa di molte specie viventi, incremento demografico, disboscamento costituiscono per il pianeta una minaccia non meno grave di quella di una guerra nucleare. Nasce qui il tema della responsabilità della Scienza che dal significato di ricerca paziente e disinteressata, ha acquistato sempre più, con il passare del tempo, potere d'intervento sulla natura accrescendo le possibilità di danneggiarla fino alla distruzione e alla rottura degli equilibri ecologici, impadronendosi dei suoi frutti senza badare alle conseguenze e non considerando che la Terra è di tutti e che tutti gli uomini, anche quelli che ci seguiranno, hanno diritto a vivere una vita che sia sempre migliore.
Antonello Supino (Classe V F)
Bibliografia Vari documenti internet; Enciclopedia Rizzoli; Enciclopedia multimediale MS Encarta 98; Profilo storico della letteratura italiana (Giulio Ferroni); Storia del pensiero scientifico e filosofico (5 volumi- Ludovico Geymont - Garzanti); La letteratura (Paravia); Lineamenti di storia del pensiero scientifico (Alberto Trebeschi); Nuova physica (Caforio & Ferilli); Il globo terrestre e la sua evoluzione (Accordi& Parotto); Storia della filosofia (Reale & Antiseri); Storia dell'Europa moderna (David Thomson; Ed. Feltrinelli); Il racconto della storia (Baffi, Berni; Ed. Arnoldo Mondadori); Il materiale e l'immaginario (R.Cesarani, L. De Federicis; Ed. Loescher); Guida al novecento (S. Guglielmino; Ed. Principato); Compendio di storia della letteratura italiana (N. Sapegno; Ed. La nuova Italia); L'Europa del novecento (Licheim; Ed. universale Laterza); La cultura italiana tra '800 e '900 (E. Garin; Ed. Laterza).
Legenda: Testo sottolineato Verde: sono autori e argomenti che non sono stati trattati durante l'anno e perciò i contenuti esposti oralmente si limitano alle informazioni contenute in tale documento. Per ulteriori informazioni si possono visitare i collegamenti ipertestuali correlati. Testo Sottolineato Blu: sono autori e argomenti trattati in una o più materie e studiati secondo il programma scolastico svolto dagli insegnanti nell'anno scolastico 1999/2000.
|
Per ritornare esattamente al punto di lettura raggiunto nelle pagine precedenti utilizzare le frecce ◄ e ► nella barra di navigazione del Browser Internet Explorer |